Cari colleghi paesaggisti e non

Cari colleghi paesaggisti e non,

vi scriviamo queste righe perché finalmente il progetto del nostro blog “Moving Landscapes” è ormai in dirittura d’arrivo.

In questi ultimi anni l’esperienza del master di architettura di paesaggio svolta con voi tra Milano e Barcellona (UPC) ci ha legati più o meno inscindibilmente. Fondamentale è stato, più che lo studio e la ricerca che ci ha visti protagonisti, la possibilità di scambio e di condivisione che si è creata tra alcuni di noi e con colleghi di formazione diversa da quella architettonica, gravitanti però nell’ambito del paesaggio: agronomi, sociologi, musicisti, antropologi, ecc. che vorranno fare parte di quest’avventura).

Charlotte Perriand quando racconta dell’epoca in cui entrò a far parte dell’atelier di Le Corbusier parla di anni pionieristici, <<anni di riflessione, di una certa stabilità. Vi erano lunghi sentieri dritti, si incontravano meno biforcazioni. I destini erano conoscibili in anticipo, salvo gli imponderabili del caso. Oggi, i bivi si moltiplicano, i rischi si sono fatti più numerosi, bisogna darsi il tempo di riflettere e di meditare prima di impegnarsi per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Tutto è più veloce, ciò che è all’avanguardia oggi, non lo sarà domani-adattamento costante-, bisogna accertare questo fatto e tenerlo sempre presente. Entriamo nel regno dell’effimero.>>

Direi che ancora oggi ci siamo dentro fino al collo per usare una terminologia da film poliziesco.

La nostra epoca ormai si è persa dietro ad immagini con una velocità di turnazione simile agli aggiornamenti delle app sui nostri cellulari e a chiavi di lettura modaiole della realtà che spesso alimentano i malintendimenti diffusi verso la nostra professione e la sua missione, la sua bellezza.

Il blog nasce da quest’idea di condivisione di un”epoca di cui ci piacerebbe riuscire a riappropriarci, senza continuare a subirla nei ritmi e nelle regole stabilite da chi c’era prima di noi,  spesso prosciugando la bellezza e il “bisogno” di ricerca, di invenzione e di creatività, i soldi e lo spazio disponibile, lasciandoci briciole di realtà desolanti e orizzonti a volte troppo stringati.

Nasce anche dalla volontà di chiarire un ambito spesso fumoso (soprattutto in Italia) però “trendy”, come il paesaggio, in quanto eco, verde, pulito, naturale.

Ci piacerebbe che questo fosse uno spazio per continuare la conoscenza e lo scambio, che abbiamo avuto il privilegio di iniziare durante il master, ma anche un contesto in cui prendere delle posizioni, condividendole senza il timore di esporsi o prendere parte al dibattito sui nostri paesaggi ordinari.

Abbiamo discusso a lungo sul nome delle categorie principali da prevedere oltre all’archiviazione cronologica doverosa. Troverete così:

Paesaggi visibili (architettura, urbanistica, geografia, turismo, ambiente, cartografia), Paesaggi invisibili (cultura, musica, sensorialità, cartografia, storia, riflessi, tracce), Interviste e uno spazio che abbiamo chiamato glossario critico in cui far ricadere citazioni o opinioni motivate sul significato di parole abusate o “misteriose” nel nostro lavoro e ambito di ricerca.

Speriamo davvero che vogliate partecipare a questa scommessa e sentire anche un po’ vostro questo paesaggio idee, memoria  ed esperienze collettive.

Un abbraccio a tutti.

Nunzia e Rache